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400 case pubbliche e agevolazioni: Bologna punta sulle case sfitte

Bologna, affitti garantiti e più case disponibili: il nuovo modello abitativo

Bologna contro la crisi abitativa: affitti sicuri per 12 mesi

BOLOGNA – In città si contano oltre 15mila case sfitte, una situazione che il Comune ha deciso di affrontare con una strategia innovativa. Il piano prevede l’immissione sul mercato di 400 case di proprietà pubblica, mentre un numero equivalente sarà reperito nel mercato privato con un approccio mirato.

Un ruolo cruciale sarà svolto da un agente speciale, dipendente della Fondazione per l’abitare, che si occuperà di convincere i proprietari delle abitazioni sfitte a renderle disponibili. Si tratta di una figura professionale nuova, il cui obiettivo è creare fiducia tra i locatori, spesso anziani, e il Comune, garantendo tutele per entrambe le parti.

Per incentivare l’adesione al progetto, il Comune offre un’importante garanzia: copertura per 12 mesi in caso di morosità da parte degli inquilini. Questo strumento dovrebbe abbattere uno dei principali ostacoli per i proprietari, spesso timorosi di affittare a causa dei rischi economici.

Il fenomeno delle case sfitte non è nuovo a Bologna, ma con l’aumento della domanda abitativa e i costi crescenti degli affitti, diventa sempre più urgente trovare soluzioni pratiche. Secondo i dati, molti proprietari preferiscono mantenere gli immobili vuoti piuttosto che affrontare i potenziali problemi legati alla locazione.

L’obiettivo del progetto è duplice: da un lato, aumentare l’offerta abitativa per contrastare la crisi degli affitti; dall’altro, stimolare un utilizzo più efficiente del patrimonio immobiliare cittadino. Le case individuate saranno messe a disposizione a prezzi calmierati, rendendo così l’abitazione più accessibile a chi ne ha bisogno.

Un aspetto interessante del piano è la forte collaborazione tra pubblico e privato. La Fondazione per l’abitare non solo agirà come intermediario, ma fornirà anche supporto logistico e legale per garantire contratti chiari e trasparenti. Questo approccio potrebbe rappresentare un modello replicabile in altre città italiane.

I primi risultati sono attesi entro la fine del prossimo anno, con una valutazione periodica per correggere eventuali criticità. Il Comune punta su un intervento pragmatico e sostenibile, evitando soluzioni temporanee che non risolvano il problema strutturale.

L’iniziativa del Comune di Bologna rappresenta un segnale importante verso un approccio più inclusivo e sociale alla gestione del problema abitativo. La speranza è che il progetto possa ridurre significativamente il numero di case sfitte e offrire un esempio virtuoso per altre amministrazioni locali.

Antonio Frezza

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