Città 30, niente consultazione popolare: manca il Quorum di firme

Bologna a 30 km/h: Stop al Referendum, la misura rimane

Non si terrà il referendum consultivo su “Bologna Città 30”, il provvedimento che ha introdotto il limite generalizzato di velocità a 30 km/h in tutta la città, fatta eccezione per le strade a scorrimento veloce come i viali di circonvallazione. L’iniziativa, che ha sollevato un ampio dibattito pubblico, non ha raggiunto il numero minimo di firme necessarie per la sua attuazione.

Fallita la raccolta firme: il Referendum su Città 30 sfuma. Bologna, limite di 30 km/h confermato: il Referendum non si farà. Bologna Città 30: salta il Referendum per mancanza di firme.
Bologna città 30: salta il Referendum, limite di velocità resta.

Referendum su Città 30: raccolta firme insufficiente, nessun voto

Tre mesi fa, i garanti comunali avevano dichiarato ammissibile la richiesta di referendum, aprendo così la possibilità per i cittadini di esprimersi direttamente sul tema. Tuttavia, nonostante il tempo a disposizione per la raccolta delle firme si sia protratto fino a sabato scorso, il comitato promotore non è riuscito a raccogliere le 9.000 sottoscrizioni necessarie per procedere. La notizia è stata confermata dai principali giornali locali, che hanno ricostruito le tappe della vicenda.

Il provvedimento “Bologna Città 30” è stato introdotto dall’amministrazione comunale con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale, ridurre l’inquinamento e favorire una mobilità più sostenibile. Nonostante gli intenti dichiarati, la misura ha suscitato opinioni divergenti tra i cittadini e le associazioni di categoria. Se da una parte i sostenitori evidenziano i benefici in termini di sicurezza e qualità dell’aria, dall’altra i critici sottolineano possibili disagi per la viabilità e l’impatto su alcune attività economiche.

La raccolta firme ha rappresentato un banco di prova importante per comprendere il livello di consenso e interesse sul tema. I promotori del referendum speravano di offrire ai cittadini la possibilità di esprimere il proprio parere attraverso un voto consultivo, ma la soglia richiesta non è stata raggiunta. Secondo quanto riportato, uno dei motivi principali potrebbe essere legato a una campagna di sensibilizzazione giudicata da alcuni come insufficiente o tardiva.

L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Matteo Lepore, ha ribadito la propria volontà di portare avanti il progetto “Bologna Città 30” come misura centrale per il futuro della mobilità urbana. “L’obiettivo è quello di trasformare Bologna in una città più sicura e vivibile per tutti”, ha dichiarato Lepore in una recente intervista. Nonostante il mancato referendum, il dibattito pubblico resta aperto, con molte realtà locali che continuano a chiedere un confronto più ampio.

Il fallimento della raccolta firme potrebbe rappresentare un punto di svolta nel panorama politico cittadino. Da un lato, rafforza la posizione dell’amministrazione comunale nel proseguire con il progetto; dall’altro, evidenzia la necessità di strategie più efficaci per coinvolgere i cittadini in decisioni di grande impatto. “Bologna Città 30” resta un tema cruciale che continuerà a far discutere nei mesi a venire, in attesa di vedere gli effetti concreti del provvedimento sulla vita quotidiana dei bolognesi.

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