Testimonianze dalla persecuzione: lettere e memoria nei campi fascisti
Una mostra per non dimenticare – Dal 29 marzo al 26 aprile 2025, la sede dell’Anpi ospiterà la mostra storico-documentaria “I campi di concentramento fascisti in Italia. Corrispondenza da e per i luoghi della persecuzione”. L’esposizione offre uno sguardo toccante e diretto su una pagina buia della storia italiana, attraverso le lettere e le cartoline inviate e ricevute da coloro che furono internati nei campi fascisti: cittadini italiani antifascisti, ebrei italiani e stranieri, Rom e Sinti, e sudditi di “paesi nemici”.
La forza della parola scritta nei momenti più bui – La mostra mette in evidenza l’importanza della comunicazione epistolare come unico filo tra gli internati e il mondo esterno. In un tempo segnato dalla repressione e dalla violenza, le parole scritte su carta rappresentavano uno spiraglio di umanità, una possibilità di mantenere legami affettivi, di chiedere aiuto o di raccontare – anche in forma velata – le condizioni della detenzione. La corrispondenza esposta testimonia la disperazione, la dignità e la resistenza di chi fu vittima del regime.
La collezione di Gastone Benini: memoria e impegno – Il materiale documentario proviene dalla collezione tematica di Gastone Benini, vicepresidente della sezione Anpi di Cesena e socio del Circolo Culturale Filatelico Numismatico Cesenate “Ennio Giunchi”. Benini, da anni impegnato nel recupero della memoria storica attraverso il collezionismo filatelico, ha raccolto nel tempo testimonianze rare e preziose che oggi diventano patrimonio condiviso. La sua attività dimostra come la filatelia possa essere anche uno strumento di ricerca storica e di impegno civile.
Una mostra che parla a tutti – L’allestimento è pensato per coinvolgere un pubblico ampio, non solo studiosi o appassionati di storia. Le lettere, selezionate con cura, sono accompagnate da schede esplicative e approfondimenti che ne contestualizzano il contenuto e il significato. Particolare attenzione è rivolta agli studenti, con visite guidate e materiali didattici pensati per stimolare riflessioni sui temi della memoria, della discriminazione e della resistenza.
La memoria come antidoto all’indifferenza – In un’epoca in cui il rischio di rimozione o banalizzazione del passato è sempre presente, iniziative come questa assumono un valore fondamentale. Ricordare i campi fascisti e le vite spezzate non è solo un dovere morale, ma una necessità civile. La mostra si propone come un atto di resistenza culturale contro l’oblio, un invito a coltivare la memoria come strumento di consapevolezza e di difesa della democrazia.
Un percorso tra storia, emozione e responsabilità – Attraverso l’intimità delle lettere e la durezza dei contesti da cui provengono, la mostra costruisce un racconto corale fatto di voci che il regime cercò di zittire. È un percorso che chiama in causa la coscienza di ciascuno e che mostra, con semplicità e potenza, quanto le storie individuali siano indispensabili per comprendere la Storia con la “S” maiuscola.
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