Quota 103 è lo scivolo di pensionamento anticipato che si raggiunge a 62 anni. Conviene restare a lavoro e attendere i 67 anni?
Lasciare il mondo del lavoro con 5 anni di anticipo è un desiderio comune a tante persone ma a quale costo? Quota 103 non può essere definita una misura conveniente soprattutto per chi ha molti contributi versati prima del 1996. In più c’è un premio che il Governo prevede per chi attende. Di che guadagno parliamo continuando a lavorare?

La pensione anticipata è un traguardo che molti lavoratori intendono raggiungere. Aspettare i 67 anni di età previsti dalla pensione di vecchiaia sembra eccessivo soprattutto se si svolge un lavoro pesante da punto di vista fisico o mentale. Il Governo, però, preferisce che i cittadini rimangano al lavoro il più a lungo possibile per non gravare su un sistema previdenziale già precario.
Ha reso alcuni scivoli di pensionamento anticipato meno favorevoli proprio per spingere i lavoratori ad andare in pensione più tardi possibile. Quota 103 è una delle misure che due anni fa è stata modificata in peggio per gli italiani. Permette di uscire dal mondo del lavoro con cinque anni di anticipo ma questo è l’unico vantaggio.
Quota 103 fa perdere molti soldi, ecco perché
In generale ogni pensionamento anticipato fa perdere soldi rispetto alla pensione di vecchiaia perché si accumulano meno anni di contributi. La contribuzione è un elemento chiave per la quantificazione dell’importo dell’assegno pensionistico soprattutto utilizzando il sistema di calcolo contributivo. In più anche il coefficiente di trasformazione toglierà dei soldi perché minore è l’età di pensionamento più svantaggiosa sarà la percentuale applicata.

Quota 103 peggiora la situazione perché decidendo di uscire dal mondo del lavoro a 62 anni di età con 41 anni di contributi si dovrà necessariamente accettare il sistema contributivo. Per chi ha molti anni di contributi versati al 31 dicembre 1995 – e rientrerebbe quindi nel sistema misto o retributivo – significa veder diminuire l’assegno anche fino al 30% rispetto l’importo che otterrebbe attendendo la pensione di vecchiaia.
Bisogna considerare, poi, che l’importo della pensione con Quota 103 non può essere superiore a 4 volte il minimo ossia a 2.431,60 euro lordi mensili. Fino a che non si raggiungeranno i 67 anni si perderà l’eccedenza rispetto questa soglia. Solo con la pensione di vecchiaia scatterà il ricalcolo. Infine un’ultima puntualizzazione per poi lasciare prendere la decisione personale su come e quando andare in pensione.
Accettando la pensione a 62 anni con Quota 103 non si riceverà il premio promesso dal Governo per chi continua a lavorare pur avendo maturato i requisiti. Parliamo del Bonus Giorgetti (ex Bonus Maroni) con guadagni fino a 6.900 euro per chi rinuncia alla pensione anticipata e attende la pensione di vecchiaia.