Un’apparizione misteriosa e tanta paura: Rimini in allerta, il volto fanciullesco crea scompiglio.
La città di Rimini è presa d’assalto durante le vacanze estive, soprattutto dalle famiglie e giovani in cerca di divertimento. Località di villeggiatura per eccellenza, tuttavia non è solo mare: la meta romagnola nasconde segreti, oltre alle meraviglie da visitare tra le quali borgo San Giuliano, l’antico quartiere dei pescatori.

Sembra di addentrarsi in una dimensione fiabesca, lontana dalla realtà. Nell’itinerario di viaggio non possono mancare i simboli riminesi ovvero monumenti storico-artistici che la rappresentano come, per esempio, l’Arco di Augusto, il Tempio Malatestiano o ancora Castel Sismondo.
Non solo, trattasi di un luogo che si distingue per le sue storie tra cui un racconto in particolare. Una bellissima donzella fa capolino tra suoni sinistri e urla strazianti. Si rimane impietriti, magari affascinati, ma fuggire resta, alla fine, l’unica alternativa possibile. Ebbene, cosa si cela dietro? Il potere dell’occulto.
Rimini ‘infestata’: il mistero della bambina scomparsa
Ogni città conserva il proprio lato oscuro o, quantomeno, enigmatico. In questo caso si parla di una giovanissima splendida, dai tratti molto speciali. Caratteristiche non pienamente apprezzate. Ad un certo punto smarrita nel vuoto. Parrebbe senza senso, manchevole di collegamento, eppure così intrigante.

Si cominci dal principio. Innanzitutto, ci si riferisce a una leggenda che domina il Castello di Montebello a Poggio Torriana, nel Riminese. Aleggia la storia di Guendalina, figlia di Ugolinuccio, potente Signore del luogo nel ‘300. La bambina nasce albina, occhi color azzurro cielo e capelli chiarissimi, viranti verso il bianco.
A causa del suo aspetto, i genitori la nascondono, forse per un istinto di protezione, temendo possa essere accusata di stregoneria – la mamma, addirittura, tenta di tingerle i capelli ma senza successo, lasciandole dei riflessi cerulei. La paura del diverso ha radici profonde, quindi: niente di nuovo sotto il sole, come si suole dire.
Una notte del 1375, durante il solstizio d’estate, la piccola si intrattiene con un gioco di pezza aggirandosi per le stanze del Castello, sorvegliata dalle guardie. Improvvisamente la palla rotola giù, nei sotterranei. Guendalina accorre a recuperarla ma non risale più in superficie. Poco dopo si odono urla agghiaccianti.
La bambina sparita, dissolta nel nulla, mai più ritrovata. Da quel momento la leggenda diviene oggetto di studio, tra ricerche e finanche la registrazione delle frequenze sonore che caratterizzano quegli stessi ambienti. Qualcuno ritiene di aver sentito lamenti, altrettanti sostengono di averla vista con i propri occhi.