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Morti bianche: l’allarme della Regione Emilia-Romagna

Il 2024 nero per la sicurezza sul lavoro in Italia

Un anno drammatico per la sicurezza sul lavoro – Il 2024 si è rivelato un anno terribile per la sicurezza sui luoghi di lavoro in Italia. I numeri parlano chiaro: ogni giorno, in media, tre lavoratrici e lavoratori non sono rientrati a casa dopo il turno. Le cronache quotidiane hanno raccontato storie di vite spezzate in fabbriche, cantieri, uffici e campi. Questo dramma collettivo richiama l’attenzione sull’urgenza di potenziare controlli, formazione e cultura della prevenzione.

L’Emilia-Romagna piange 96 vittime sul lavoro – In Emilia-Romagna, i dati del 2024 confermano una situazione altrettanto grave. Nell’ultimo anno, sono morte 96 persone durante il proprio lavoro. Il dato diventa ancora più impressionante considerando che ogni giorno 207 lavoratrici e lavoratori sono rimasti vittime di un infortunio. Numeri che fanno riflettere su quanto ancora si debba fare per garantire ambienti di lavoro più sicuri e tutele più efficaci.

Infortuni e morti sul lavoro: l’impegno della Regione.

Giovanni Paglia: “Serve una nuova cultura della sicurezza”

Le parole dell’assessore Giovanni Paglia – In occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro, Giovanni Paglia, assessore regionale al Lavoro dell’Emilia-Romagna, ha voluto lanciare un forte appello. “Non possiamo più accettare che il lavoro, che dovrebbe garantire dignità e sicurezza, continui a essere motivo di lutto per troppe famiglie,” ha dichiarato. Paglia ha ribadito l’impegno della Regione per rafforzare le azioni di prevenzione e il sostegno alle ispezioni sui luoghi di lavoro.

La prevenzione come strumento essenziale – Per ridurre morti e infortuni, la prevenzione deve essere al centro delle politiche pubbliche e aziendali. È fondamentale investire in formazione continua, aggiornare le norme di sicurezza e adottare tecnologie che riducano i rischi. Ogni lavoratore e lavoratrice ha diritto a un ambiente che tuteli la salute fisica e mentale, senza compromessi dettati da logiche di profitto.

L’importanza della cultura della sicurezza – Non basta applicare leggi e regolamenti: è necessaria una vera e propria cultura della sicurezza. Questo significa sensibilizzare fin dai banchi di scuola, coinvolgere associazioni datoriali e sindacati, e valorizzare il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Solo cambiando mentalità si può davvero invertire la tendenza e salvare vite umane.

Un impegno che riguarda tutti – La lotta contro le morti e gli infortuni sul lavoro non può essere lasciata solo alle istituzioni. È una responsabilità collettiva che coinvolge aziende, lavoratori, famiglie e cittadini. Ognuno deve fare la propria parte per costruire una società in cui il diritto alla sicurezza sia considerato inviolabile e non subordinato a interessi economici o burocratici.

Antonio Frezza

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